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Ma Molly lo spinse da parte e andò verso l'unicorno, sgridandola come se fosse una mucca da latte smarrita. – Dove sei stata? –. Davanti al suo candore e al corno rilucente, Molly rimpicciolì come un trillante insetto, ma stavolta furono gli antichi occhi neri dell'unicorno che guardarono in basso.
– Ora sono qui – disse alla fine.
Molly rise con le sue labbra sottili. – E che me ne faccio del fatto che tu sei qui ora? Dov'eri venti anni fa? Dieci anni fa? Come osi tu, come osi tu venire da me ora, ora che sono così? –. Riassunse tutto ciò che era con un movimento della mano: viso arido, occhi deserti e un cuore ingiallito. – Vorrei che non fossi mai arrivata, perché sei qui ora? –. Le lacrime iniziarono a scorrere giù lungo i lati del suo naso.
L'unicorno non rispose nulla e Schmendrick disse: – Lei è l'ultima. L'ultimo unicorno al mondo.
– Potrebbe esserlo –. Molly tirò su col naso. – Sarebbe l'ultimo unicorno al mondo che è venuto da Molly Grue –. Dopo di che si protese in avanti per poggiare la mano sulla guancia dell'unicorno, ma entrambe trasalirono un po' e il tocco venne a fermarsi sul punto teso e vibrante sotto la mascella. Molly disse: – È tutto a posto. Ti perdono."

( Peter S. Beagle )
[ The Last Unicorn ]
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